La gravità è uno dei fondamenti dell'Universo, o meglio è l'architetto dell'Universo.

Fin dall'inizio del tempo pervade tutto il cosmo facendo sentire gli effetti della sua natura di creatrice di mondi: accende le stelle; costruisce i pianeti; costruisce le galassie e le guida in ammassi di galassie.

Sulla Terra è responsabile di numerosi fenomeni, tra cui per citarne alcuni: il ciclo delle acque e il ciclo delle maree.

Nell'Universo si manifesta con varie intensità, e la sua massima espressione è rappresentata dai buchi neri: oggetti bizzarri con una attrazione gravitazionale così forte da portare al limite le leggi della fisica dando luogo a fenomeni violenti e distruttivi. Una gravità, quindi, che presenta anche una natura di distruttrice di mondi.

Fin dagli albori della civiltà, l'uomo si è interrogato sulla natura e sull'origine della gravità, ma per avere un modello scientifico abbiamo dovuto aspettare il diciassettesimo secolo, quando Newton enunciò nel Philosophiae Naturalis Principia Mathematica la legge di gravitazione universale. La teoria di Newton permette di descrivere con accuratezza la stragrande maggioranza dei fenomeni gravitazionali nel Sistema Solare. Tuttavia, essa presenta alcuni punti deboli.

Nel 1915, Einstein sviluppò una nuova teoria della gravitazione, denominata Teoria della Relatività Generale. In questa teoria, l'interazione gravitazionale non è vista come una forza ma come conseguenza della curvatura della geometria dello spazio-tempo creata dalla presenza di corpi dotati di massa o energia.

Entrambe le teorie descrivono in modo esaustivo la gravità su scale grandi. Per avere invece una descrizione della gravità su scale piccolissime, dobbiamo rivolgerci alla Fisica Moderna.

Per la Fisica Moderna, la materia nell'Universo è costituita di quanti o particelle elementari, come gli elettroni, protoni e neutroni. Queste particelle possono interagire attraverso varie forze o campi (forte, debole, elettromagnetica, gravitazionale) per le quali esistono le corrispondenti particelle elementari o "field quanta", come fotoni e gluoni. La particella elementare responsabile della trasmissione della forza di gravità è il gravitone.

Mentre per gli altri quanti vi è una evidenza sperimentale, per il gravitone, al momento, non è possibile verificarne l'esistenza. Infatti, i gravitoni interagiscono così debolmente con le masse che ci vorrebbe qualcosa come un rilevatore della massa di Giove che orbita attorno ad una stella di neutroni. Ma anche allora si impiegherebbe più di un decennio per rilevare un singolo gravitone. E anche allora il rumore generato da particelle come neutrini sbiadirebbe il segnale. Nonostante ciò, il mondo della fisica continua a cercare un modo alternativo, anche indiretto, per verificare l'esistenza del gravitone.

Quindi, allo stato attuale non siamo ancora in possesso di un modello scientifico che caratterizzi la gravità in maniera completa. E' ciò rischia di vanificare l'enorme sforzo che sta compiendo oggi la fisica moderna, quello di una teoria che includa entrambe le teorie fondamentali parziali - la Teoria Generale della Relatività e la Meccanica Quantistica - in un'unica teoria: la Teoria Quantistica della Gravità.

E' veramente bizzarro: la gravità ci influenza ogni giorno in quasi tutto ciò che facciamo, ne esploriamo la natura da tempo immemorabile ma non siamo ancora riusciti a formularne un modello scientifico completo. Non si sa quanto dovremo aspettare, ma il giorno in cui la gravità non sarà più un mistero sarà il giorno in cui avremo tutti i pezzi del puzzle. E quando questo puzzle sarà composto, l'Universo avrà preso totale coscienza di se stesso.