Secondo un recente studio, il mondo ha abbastanza elementi delle terre rare e altre materie prime critiche per attuare la transizione dai combustibili fossili alle energie rinnovabili.

Con una richiesta di maggiore elettricità da pannelli solari, turbine eoliche, centrali idroelettriche e nucleari, alcuni temono che non ci siano abbastanza “minerali chiave” per realizzare la decarbonizzazione del settore energetico.

Gli elementi delle terre rare non sono essenziali solo nei predetti impianti, sono presenti anche negli smartphone, nei display dei computer e nelle lampadine a LED. In realtà, non sono così rari. L'US Geological Survey li descrive come "relativamente abbondanti".

Un team di scienziati ha esaminato non solo gli elementi delle terre rare, ma ben diciassette diverse materie prime necessarie per produrre elettricità, che includono alcune risorse decisamente comuni come acciaio, cemento e vetro. Hanno calcolato la disponibilità, le forniture e l'inquinamento derivanti dall'estrazione mineraria di questi elementi se l'energia verde aumentasse per raggiungere gli obiettivi globali di riduzione delle emissioni di carbonio. La conclusione, presentata in uno studio pubblicato su Joule, è che nel mondo ci sono abbastanza riserve di questi minerali, la perforazione per la loro estrazione non peggiorerà significativamente il riscaldamento globale, ma è necessaria molta più estrazione mineraria.

Riguardo alla crescita della capacità estrattiva, lo studio giunge alla medesima conclusione di altri precedenti studi: la capacità estrattiva deve sicuramente crescere, ma troppo velocemente potrebbe risultare un problema.

Sulla questione se l'estrazione mineraria aggiungerà più emissioni di carbonio, lo studio conclude che un aumento delle attività minerarie causerà sicuramente un'aumento dell'inquinamento da carbonio, tuttavia questo aumento sarà più che compensato da un'enorme riduzione dell'inquinamento da combustibili fossili ad alta emissione di carbonio.

 

 

fonte: Tech Xplore