Uno studio pluriennale del National Renewable Energy Laboratory (NREL) sta analizzando la resa dei pannelli solari bifacciali montati su sistemi ad inseguimento solare monoassiali.

Nei pannelli solari tradizionali un lato rimane ombreggiato a causa della copertura di fondo (backsheet) o perchè a contatto con il tetto, invece nei pannelli solari bifacciali entrambi i lati sono esposti alla luce e quindi contribuiscono alla produzione di energia. Il vantaggio chiave dei pannelli bifacciali è quindi ottenere una maggiore resa senza aumentare l'estensione del generatore fotovoltaico.

Nel maggio 2019, un team del NREL ha dato il via a uno studio triennale per analizzare la resa dei pannelli solari bifacciali che seguono il sole grazie ad una struttura di supporto ad inseguimento monoassiale. I primi risultati, che vanno da giugno a novembre 2019, hanno rivelato un aumento del 9% nella produzione di energia elettrica rispetto ad un impianto solare con la medesima struttura di supporto ma con pannelli solari tradizionali.

Il guadagno di resa con la tecnologia bifacciale si basa sulla cattura dell luce riflessa dal suolo: più questo può riflettere più i pannelli producono. Nel corso dello studio, il team ha in programma di esaminare anche i modi per migliorare l'albedo del suolo - la proporzione della luce incidente sul suolo che viene riflessa - attraverso diverse opzioni di trattamento come vegetazione naturale, roccia frantumata e barriere. Finora è emerso che quando l'erba diventa marrone, risulta più riflettente, mentre il manto nevoso è formidabile.

I dati raccolti finora sono pubblicati sul sito del NREL.

 

 

fonte: National Renewable Energy Laboratory