Le reti elettriche sono destinate a diventare sempre più importanti con l'avanzare della transizione verso l'energia pulita, ma attualmente ricevono troppo poca attenzione.

Da oltre un secolo, le reti elettriche forniscono energia alle famiglie, ai servizi e all’industria.

Immagine di alcuni tralicci di una rete elettrica.

La transizione verso l’energia pulita (energia prodotta senza emissioni di gas serra o altri inquinanti) sta guidando la trasformazione dei nostri sistemi energetici e ampliando il ruolo dell’elettricità in tutte le economie. Per questa ragione, la transizione verso emissioni nette pari a zero deve essere sostenuta da reti elettriche più estese, con più capacità, più resistenti e più intelligenti.

Nei prossimi anni, nel mondo si prevede una forte impennata della domanda di energia elettrica: saranno distribuiti più veicoli elettrici, installati più sistemi di riscaldamento e raffreddamento elettrici e aumenterà la produzione di idrogeno utilizzando l’elettrolisi. Potenziare le reti elettriche è dunque fondamentale per consentire la crescita della capacità energetica globale, ma non basta.

Grafico sulla domanda di energia elettrica.

Secondo il report "Electricity Grids and Secure Energy Transitions" della International Energy Agency (IEA), in uno scenario in cui gli obiettivi nazionali in materia di energia e clima vengono raggiunti in tempo e in pieno, l'energia eolica e solare fotovoltaica rappresentano oltre l'80% dell’aumento totale della capacità energetica globale nei prossimi due decenni, rispetto a meno del 40% negli ultimi due decenni. Questa forte diffusione dell’energia eolica e solare fotovoltaica, nonché delle altre energie rinnovabili, richiederà una modernizzazione delle reti elettriche di distribuzione e la creazione di nuovi linee di trasmissione per collegare gli impianti da fonti rinnovabili che sono lontani dai centri di domanda, come città e aree industriali. Secondo il report, almeno 3.000 gigawatt (GW) di progetti di impianti da fonti rinnovabili, di cui 1.500 GW sono in fase avanzata, sono già in attesa di connessione alla rete elettrica, ed equivalgono a cinque volte la capacità solare fotovoltaica ed eolica aggiunta nel 2022. Ciò fa capire che le reti elettriche diventeranno a breve un collo di bottiglia per la transizione verso emissioni nette zero.

Il report sottolinea che è vitale che le reti elettriche future siano anche digitali per salvaguardare la sicurezza elettrica durante la transizione verso l’energia pulita. Infatti, con l’aumento delle quote di energie rinnovabili intermittenti, come il solare fotovoltaico e l’eolico, i sistemi energetici devono diventare più flessibili per adattarsi ai cambiamenti nella produzione. In uno scenario coerente con il raggiungimento degli obiettivi climatici nazionali, secondo il report, la necessità di flessibilità del sistema dovrà raddoppiare tra il 2022 e il 2030.

La IEA fa notare che mentre gli investimenti nelle energie rinnovabili sono aumentati rapidamente – quasi raddoppiando dal 2010 – gli investimenti globali nelle reti elettriche sono rimasti pressoché invariati, rimanendo stabili a circa 300 miliardi di dollari l’anno. Negli ultimi anni le economie emergenti e in via di sviluppo, esclusa la Cina, hanno registrato un calo degli investimenti nella rete elettrica, nonostante la robusta crescita della domanda di elettricità e le esigenze di accesso all’energia. Le economie avanzate, invece, hanno visto una crescita costante degli investimenti nella rete elettrica, tuttavia il ritmo deve accelerare per consentire una rapida transizione verso l’energia pulita.

Spesa media annua su reti elettriche per regione.

È inutile sottolineare che ritardi negli investimenti e nelle riforme della regolamentazione della rete elettrica comportano un rallentamento nell’installazione di nuovi impianti da fonti rinnovabili e, dunque, un aumento sostanziale dell’utilizzo dei combustibili fossili e, di conseguenza, delle emissioni globali di anidride carbonica (CO2), rallentando la transizione energetica e rendendo l’obiettivo di 1,5°C fuori portata. Secondo il report, le emissioni cumulative di CO2 del settore energetico fino al 2050 sarebbero 58 gigatonnellate più alte nel caso di ritardi nell’ammodernamento della rete elettrica rispetto a uno scenario allineato con gli obiettivi climatici nazionali. Ciò equivale al totale delle emissioni globali di CO2 del settore energetico degli ultimi quattro anni. Significherebbe anche che l’aumento della temperatura globale a lungo termine andrebbe ben al di sopra di 1,5°C, con una probabilità del 40% che superi i 2°C.

Previsioni in base ai scenari.

Il report mette in evidenza che la mancata costruzione di nuove reti elettriche aumenta anche la dipendenza dei paesi dal gas, soprattutto in un momento di mercati fragili del gas naturale e di preoccupazioni sulla sicurezza dell’approvvigionamento di gas. In particolare, le importazioni globali di gas saranno oltre 80 miliardi di metri cubi in più all’anno dopo il 2030 rispetto a uno scenario allineato con gli obiettivi climatici nazionali, e le importazioni di carbone saranno quasi 50 milioni di tonnellate in più.

Il report elenca una serie di azioni da compiere oggi per salvaguardare le reti elettriche per il futuro.

Innanzitutto, la regolamentazione deve essere rivista e aggiornata per supportare non solo la realizzazione di nuove reti elettriche ma anche il miglioramento dell’uso di quelle esistenti. La regolamentazione deve essere in grado di incentivare le reti elettriche a tenere il passo con i rapidi cambiamenti nella domanda e nell’offerta di elettricità eliminando le barriere amministrative, premiando le prestazioni elevate e l’affidabilità e stimolando l’innovazione.

Mediamente, la pianificazione, l’autorizzazione e il completamento di una nuova infrastruttura di rete richiedono spesso dai cinque ai quindici anni, rispetto a uno-cinque anni per i nuovi progetti di impianti da fonti rinnovabili, e meno di due anni per le nuove infrastrutture di ricarica dei veicoli elettrici.

Confronto dei tempi di realizzazione.

Dunque, è necessario che i piani di sviluppo della rete elettrica siano allineati e integrati con i piani di transizione energetica a lungo termine in tutti i settori.

Per il successo dello sviluppo delle reti elettriche, e dunque della transizione verso le emissioni zero, è fondamentale anche un forte coinvolgimento delle parti interessate e del pubblico. In particolare, il pubblico deve essere consapevole e informato sul legame tra le reti elettriche e il successo della transizione energetica.

Infine, gli investimenti nella rete elettrica dovranno quasi raddoppiare entro il 2030 fino a superare i 600 miliardi di dollari all’anno, dopo oltre un decennio di stagnazione a livello globale, con particolare attenzione alla digitalizzazione e alla modernizzazione delle reti di distribuzione.

Nel report emerge che gli ostacoli più importanti allo sviluppo della rete elettrica differiscono da regione a regione e da paese a paese. In particolare, emerge che per l’Europa, impegnata in prima linea nella transizione energetica, gli ostacoli più forti riguardano l’accettazione pubblica di nuovi progetti e la necessità di una riforma normativa.

 

 

fonte: International Energy Agency (IEA)